Liquid Room - Tokyo

La metropoli è uno spazio costruito dall'individuo stesso è un insieme di segmenti, traiettorie, linee disegnate dai liberi movimenti dei singoli che si incontrano e si incrociano. La dinamica delle città rappresenta un soffio vitale, un movimento che spinge a vivere più intensamente, a inventare nuove forme di esistenza. Praticare lo spazio fa divenire la città la concreta condizione spaziale del vivere presente.

 


In questo modo il paesaggio diventa il territorio dell'azione e non dell'osservazione e contemplazione.
Dice Eraclito: Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo; mentre noi ci bagniamo in un fiume, quello è sempre lo stesso e anche noi manteniamo la nostra identità , ma al tempo stesso sempre diverse sono le acque nel loro scorrere, come sempre nuovi siamo noi in ogni istante nel tempo....

Tokyo si muove come un mosaico mobile, in uno scorrimento libero e senza fine di persone, informazioni e immagini. Nella sua rappresentazione di futuro del futuro le sue parole chiave sono fluidità, viscosità. Il suo universo è quello delle curve e delle rotazioni, delle piegature delle superfici e delle trasformazioni elastiche continue in un perenne stato di liquidità della materia, in un quotidiano eternamente rinnovato, in una sommatoria di presenti e di futuri.

La sua stratificazione non è data, come noi siamo abituati a vedere, dall'insieme della città che si compone nel tempo; la sua è una stratificazione del senso non dell'oggetto. La sua omogeneità ossessiva con il mondo virtuale si accompagna alla cura del dettaglio, inteso come la cura di tutto ciò che è piccolo per mantenere la capacità di orientarsi, per conferire alle grandi cose una visuale, una prospettiva.

Questo permette a questa città che non è mai la stessa di diventare una nuova natura, un affascinate ipnotico incessante fiume di informazioni, di immagini e di suoni per rivelarsi infine vortice di un divenire mai bagnato dalla stessa acqua.

A metropolis is space built by individuals. It is the whole set of segments, trajectories, and lines drawn by the free movements of individuals as they meet and cross. The dynamic of cities is a vital puff of air, motion urging that life should be lived more intensely, that newer forms of existence should be invented.

The practice of space turns a city into the tangible spatial condition of present living. The landscape thus becomes the field for action, rather than observation and contemplation.

Heraclitus says: Into the same rivers we step and do not step, we are and are not. As we are stepping into a river, that river is still the same river and we, too, are still our same selves. However, at the same time, ever-newer waters are flowing onto us while we are continually newer at any next moment in time....

Tokyo moves like a mobile mosaic, in a free and never-ending flow of people, information and pictures. In its representation of the future of futures, its key words are fluidity, viscosity. Its universe is the universe of curves and rotations, of the creases in surfaces, and of ongoing elastic transformations in a perennial state of liquidity of matter, in a forever-renewed everyday life, in a sum of presents and futures.

Its stratification is not given – as we are used to see – by the whole of the city settling itself over time. Its stratification is that of sense, not of objects. Its obsessive consistency with the virtual world goes hand in hand with care for the detail, meaning the care of all that is small, to maintain an orienteering ability, to bestow a view, a prospect on large things.

This allows this city, which is never the same, to become new in nature, a fascinating, hypnotic, unending flood of information, pictures and sounds finally revealing itself as a vortex of becoming which is never wet with the same waters.